La riduzione dell’equipaggio la paghiamo sulla nostra pelle
Abbiamo avuto notizia che ieri sera un treno merci, appartenente pare all’impresa Interporto Servizi Cargo (ISC), che stava viaggiando con equipaggio composto da un solo macchinista e un Tecnico Polifunzionale Treno (TPT) NON abilitato alla guida (cosiddetto equipaggio MEC3), si sarebbe arrestato tra Faenza e Villa Selva per un malore del macchinista.
I soccorsi hanno tardato per il fatto che il treno non ha più potuto spostarsi.
Non essendo il TPT in grado di guidare, il treno è rimasto bloccato in linea per molto tempo, poiché le procedure previste per il soccorso in linea sono molto complesse e mai con tempi certi e affidabili.
In sostanza il “macchinista solo”, colto da malore o infortunato, non può “andare verso” il punto di soccorso ma deve aspettare prima che i soccorritori arrivino al treno e poi che lo trasportino in ospedale. Con le oggettive difficoltà di raggiungere i più disparati punti delle linee ferroviarie.
Al contrario di quanto accade per tutti gli altri cittadini e lavoratori i tempi del soccorso sono dilatati a dismisura, oltre quanto previsto dalle norme e dalle raccomandazioni sull’importanza della tempestività del soccorso.
Il Dirigente centrale operativo di RFI ha quindi provveduto a fermare un treno regionale incrociante, il 17473, in modo da fare intervenire un medico fortuitamente presente a bordo.
Il macchinista, che stando alle prime informazioni ricevute sarebbe ultrasessantenne, è ora ricoverato in ospedale.
Restiamo in attesa di informazioni più precise, che appena saranno in nostro possesso vi forniremo, ma non possiamo esimerci già da ora di denunciare per l’ennesiama volta i rischi per la salute dei macchinisti derivanti dalla scelta di far viaggiare i treni con equipaggio ad “agente solo”: se su questo treno ci fossero state due persone in grado di guidare, il treno sarebbe potuto giungere nella prima stazione e di conseguenza i soccorsi giungere in tempi sicuramente più tempestivi.
Aggiungiamo che il fatto è accaduto in Emilia Romagna e per la provincia di Bologna esiste una prescrizione che obbliga già Mercitalia in quell’ambito territoriale al doppio macchinista.