LA FORTUNA CHE E’ MANCATA ALLA FUNIVIA DEL MOTTARONE
#Osservatorio binario# di F. Marchesi
Un treno Intercity viene fatto pericolosamente circolare con la carrozza di coda isolata dal freno, scavalcando norme e regolamenti… e pure il buon senso.
Napoli, 13 luglio 2021 – E’ successo al treno ICN 794 Reggio Calabria – Torino, del 15 maggio 2021 che all’atto del regresso nella stazione di Napoli Centrale, si è trovato con la prima vettura, divenuta di coda, col freno continuo inefficiente. I regolamenti prevedono lo scarto del veicolo, poiché un treno in tali condizioni non può circolare stante il pericolo, in caso di spezzamento degli organi di trazione, di una sua marcia incontrollata sui binari.
Purtroppo invece, si è verificato che su “suggerimento – disposizione” dei dirigenti e funzionari reperibili agli apprendisti dell’equipaggio, il treno è partito lo stesso, con l’ultima carrozza in coda isolata dal freno e con destinazione Torino. Solo se fosse accaduto in linea si sarebbe potuto proseguire “al solo fine di liberare la linea” fino alla stazione concordata tra Sala operative e Regolatore della circolazione, non certo da una stazione di testa. Un degrado tecnico dei freni che invece di essere affrontato con le precauzioni previste dai regolamenti è stato gestito in modo leggero per non “disturbare” la produzione. Un episodio inquietante che “per fortuna” non ha avuto nessuna delle gravi conseguenze che potevano seguirne.
E’ nostro dovere però non nasconderlo ma sfruttare questa “fortuna” per sviscerare senza pudori o timori, le cause e le concause che hanno prodotto l’evento, da considerare a tutti gli effetti come un vero e proprio incidente mancato e farne tesoro. Non si può certamente paragonare l’esito, ma gli elementi precursori sono gli stessi di quelli alla base della tragedia sulla funivia del Mottarone avvenuta pochi giorni dopo: guasto o difetto ai freni, possibilità ritenuta praticamente nulla di una rottura del gancio di trazione (come della fune), scelta di non rallentare o fermare la ‘produzione’, ordini per ‘forzare’ il sistema, da parte della catena di comando, che dall’alto arriva all’ultimo esecutore… Nel nostro caso oltretutto il perditempo sarebbe stato irrisorio perché in una stazione di testa con Macchinisti e manovratori già presenti sul posto. Lungo il tragitto tuttavia l’equipaggio subentrante a Roma Tiburtina, pur con le difficoltà derivanti da una situazione già compromessa, ha eccepito l’irregolarità che in qualche modo è stata poi sanata dopo 350 km nella stazione di Chiusi C.T. Purtroppo nel disservizio sono stati coinvolti anche alcuni di noi, ancora apprendisti, del servizio Intercity. Ci sono almeno tre ambiti sui quali tutti, azienda, autorità preposte al controllo, sindacati e noi stessi, come lavoratori, debbono intervenire: le sempre più frequenti ingerenze e le pressioni dei dirigenti, per condizionare impropriamente i lavoratori a compiere azioni pericolose vietate dai regolamenti di circolazione ferroviaria, con una particolare faciloneria verso di noi apprendisti, anello debole del sistema; le lacune formative di molti macchinisti e capitreno, anche anziani, non tanto nel senso delle competenze teoriche quanto nell’autonomia decisionale, la consapevolezza del ruolo professionale e le responsabilità individuali in materia di sicurezza ferroviaria; la pericolosissima abitudine di darci indicazioni e/o ordini sbagliati, talvolta pericolosi, che non sappiamo o possiamo respingere (anche quando illegittimi) per la ovvia considerazione della nostra condizione di precarietà contrattuale. Per ultimo, ma non per importanza, questo evento ci consente di denunciare pubblicamente che sia sulle ‘frecce’ che sugli Intercity e al trasporto regionale veniamo impiegati come capitreno e macchinisti “professionisti” già formati, sebbene siamo ancora ufficialmente (e sostanzialmente), in formazione fino alla stabilizzazione del contratto, al terzo anno. Circolano treni con un solo capotreno, apprendista, un solo macchinista, apprendista e treni addirittura con l’intero equipaggio composto di apprendisti. Insomma, quando andiamo a 300 all’ora in alta velocità o quando portiamo treni carichi di pendolari, siamo apprendisti o professionisti ?
I LAVORATORI SI AUTORGANIZZANO SULLA SICUREZZA
Sull’episodio della vettura di coda non frenata, nel silenzio imbarazzato dell’azienda un segnale di riscatto è venuto con la diffusione tra i lavoratori di alcune dispositive circolate sui social – denominate “REX in PAX” e compilate sulla falsariga dei “ritorni di esperienza” ufficiali, le quali sul filo dell’ironia grafica, hanno invece analizzato e illustrato molto seriamente i fatti avvenuti e i comportamenti errati, sostituendosi egregiamente alla struttura aziendale deputata alla sicurezza e alla formazione; una sorta di sberleffo alla dirigenza tutta ma un grande servizio di trasparenza e di conoscenza reso a tutti i lavoratori.
Ritorno_di_esperienza_autogestito_REX_in_PAX_1°-2021_Autoformazione_Equipaggi_Intercity_Importanza_del-frenoNon conosciamo gli autori ma, condividendone appieno il contenuto, ne consigliamo la lettura ai colleghi di tutte le divisioni poiché le dinamiche illustrate sono molto diffuse. Se gli autori contattano la redazione saremo ben lieti di citarli per ringraziarli pubblicamente e dare atto del loro ottimo lavoro.