5 si per lavoro e tutele

5 si per lavoro e tutele

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Domenica 8 e lunedì 9 giugno i cittadini italiani aventi diritto al voto sono chiamati alla partecipazione a cinque referendum popolari abrogativi (articolo 75 della Costituzione). Si tratta di cinque quesiti in materia di disciplina del lavoro e cittadinanza.

Invitiamo i ferrovieri a mettere da parte, per un paio di giorni, il risentimento nei confronti della CGIL, responsabile della sottoscrizione di una nefasta ipotesi di rinnovo del CCNL Mobilità/Attività Ferroviarie, e a concentrarsi sull’importanza del rivendicare diritti per i lavoratori e per i cittadini.
Opponiamo ad una politica che va sempre più a destra e favorisce sempre più i grandi poteri economici e finanziari, una società civile che vuole invece diritti, tutele e risorse per i cittadini.
Questi referendum non sono sostenuti solo dalla CGIL, ma anche da tutte le forze politiche e sindacali, i movimenti e le associazioni che ritengono che il bene collettivo venga prima dei capricci di pochi privilegiati, che si arricchiscono sempre più sulle spalle di chi lavora.

Andiamo tutti a votare, andiamo tutti a scrivere SI!

Di seguito una breve presentazione dei quesiti referendari.

  1. Stop ai licenziamenti illegittimi

    Nel primo referendum si chiede “l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs Act. Nelle imprese con più di 15 dipendenti, le lavoratrici e i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi non possono rientrare nel loro posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo.”
    Attualmente i lavoratori italiani penalizzati da questa legge sono oltre 3 milioni e 500mila: “Abroghiamo questa norma, diamo uno stop ai licenziamenti privi di giusta causa o giustificato motivo.”

  2. Più tutele per le lavoratrici e i lavoratori delle piccole imprese

    Il secondo quesito riguarda l’eliminazione del numero minimo di dipendenti per quanto riguarda i licenziamenti, “in quelle con meno di 16 dipendenti, in caso di licenziamento illegittimo oggi una lavoratrice o un lavoratore può al massimo ottenere 6 mensilità di risarcimento, anche qualora una/un giudice reputi infondata l’interruzione del rapporto. Questa è una condizione che tiene le/i dipendenti delle piccole imprese (circa 3 milioni e 700mila) in uno stato di forte soggezione.”

  3. Riduzione del lavoro precario

    Il terzo quesito “punta all’eliminazione di alcune norme sull’utilizzo dei contratti a termine per ridurre la piaga del precariato.” Si parla allo stato attuale di circa 2 milioni e 300 mila lavoratori italiani con contratti a tempo determinato, i quali “possono oggi essere instaurati fino a 12 mesi senza alcuna ragione oggettiva che giustifichi il lavoro temporaneo.”

  4. Più sicurezza sul lavoro

    Il quarto referendum riguarda la salute e sicurezza sul lavoro, e punta a prevenire le attuali 500.000 attuali denunce annuali di infortunio sul lavoro e i quasi mille morti. Si intende modificare le norme attuali, “che impediscono in caso di infortunio negli appalti di estendere la responsabilità all’impresa appaltante. Cambiamo le leggi che favoriscono il ricorso ad appaltatori privi di solidità finanziaria, spesso non in regola con le norme antinfortunistiche. Abrogare le norme in essere ed estendere la responsabilità dell’imprenditore committente significa garantire maggiore sicurezza sul lavoro.”
  5. Più integrazione con la cittadinanza italiana

    Il quinto quesito è invece relativo alla tematica della cittadinanza italiana, si propone di “dimezzare da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana, ripristinando un requisito introdotto nel 1865 e rimasto invariato fino al 1992.” Rimangono invariati gli altri requisiti per ottenere la cittadinanza, quali “la conoscenza della lingua italiana, il possesso negli ultimi anni di un consistente reddito, l’incensuratezza penale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica.”

Oltre alla CGIL una serie di forze politiche e sindacali, movimenti e associazioni, tra cui la nostra rivista, sostengono a gran voce la partecipazione e il SI ai 5 quesiti.
Di seguito, a titolo di esempio, solo alcuni di questi.

Alleanza verdi e sinistra sostiene i 5 SI
Movimento 5 stelle sostiene 4 SI per il lavoro e lascia libertà di scelta sul quinto quesito
USB è per 5 SI
CUB sostiene i 5 SI
Emergency invita a votare SI al quesito sulla cittadinanza

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