CAOS DI ROMA TERMINI DEL 2 OTTOBRE 2024
Come ferrovieri la teoria del “chiodo” non ci convince affatto e anzi ci preoccupa molto.
Ci preoccupa sapere che basta una insulsaggine del genere per mettere in ginocchio una delle stazioni più moderne d’Europa, da dove si controllano in telecomando linee come l’alta velocità Roma – Napoli con tecnologia ERMTS Livello 2, la Roma – Firenze, la Roma – Grosseto e tutte le linee dei Castelli romani.
Un chiodo che si presume abbia cortocircuitato un cavo di alimentazione.
1) non stono scattati i sezionatori di linea;
2) non si sono attivati i gruppi elettrogeni di emergenza;
3) il danno è stato provocato alle 01,30 e qualcuno se ne accorge solo alle 06,30.
Un solo cavo di quella sezione non potrebbe mai alimentare una vastità di locali tecnologici pieni di apparecchiature energivore che conosciamo e abbiamo visitato nei corsi di istruzione, fosse anche solo per azionare gli impianti di climatizzazione in quanto parliamo di sale protette per ovvi motivi di sicurezza.
Quel “chiodo” rappresenta proprio la pagliuzza nell’occhio e non vedere la trave.
Noi non ci crediamo e vogliamo la verità perché sapere che il nostro sistema ferroviario sia così vulnerabile, in quanto macchinisti e capitreno che siamo quotidianamente sui treni, trasportando migliaia di persone, ci inquieta molto.
La redazione di Ancora In Marcia