RLS al Ministro: “Vogliamo Trasparenza!”

RLS al Ministro: “Vogliamo Trasparenza!”

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Incontro al ministero di una delegazione di RLS per ottenere la trasparenza sulle indagini ministeriali (leggi resoconto dettagliato).

Una richiesta cui la Digifema si oppone, ci rivolgeremo al giudice per ottenere dal ministero al rispetto dei requisiti minimi di trasparenza previsti dalla legge. Senza trasparenza non c’é sicurezza

 


Roma 5 ottobre 2018 – Da mesi i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza del settore ferroviario (RLS), chiedono di essere informati delle indagini ministeriali sugli incidenti più gravi, tra gli altri quello del deragliamento avvenuto a Pioltello il 25 gennaio, dove persero la vita tre viaggiatrici e quello del 23 maggio scorso al passaggio a livello di Caluso in cui hanno perso la vita un macchinista e un operaio. Richiesta avanzata nei termini del D.Lgs 162/2007, relativo alla sicurezza ferroviaria e alle procedure investigative: “l’indagine e’ condotta nella massima trasparenza possibile”.

A seguito di tale richiesta nel pomeriggio di ieri si è svolto al MIT un incontro tra i RLS, la segreteria del ministro dei trasporti e il responsabile della Direzione generale per le investigazioni marittime e ferroviarie (Digifema), Fabio Croccolo. Dal dirigente in questi mesi era arrivata una chiusura totale, al punto che i RLS hanno investito del problema della mancanza di trasparenza del Ministero dei Trasporti direttamente Toninelli. Ciò anche tenuto conto che in passato, con altri governi, la partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori non aveva trovato ostacoli. 

“L’incontro – fanno sapere i RLS – si è concluso senza una soluzione alla nostra richiesta di trasparenza sulle investigazioni nonché di partecipazione attiva in merito agli incidenti ferroviari, come rappresentanti dei lavoratori. Su questo specifico punto, a fronte della disponibilità mostrata dalla segreteria di Toninelli al percorso di trasparenza imposto dalla legge, abbiamo registrato una incomprensibile chiusura totale da parte di Croccolo con motivazioni molto opinabili e dai contorni strumentali, quasi una repulsione pregiudiziale nei confronti delle istanze che abbiamo posto nei rigoroso rispetto dei termini di legge. Verificheremo se tale differenza di prospettiva sugli obblighi di trasparenza è reale e, nel caso, quale delle due posizioni prevarrà: il nuovo corso e il cambiamento promesso da Toninelli o la vecchia logica di arroccamento e chiusura degli apparati burocratici del ministero. Abbiamo ribadito – proseguono – che la sola segnalazione dei fattori di insicurezza da parte dei RLS (ruolo a cui ci vorrebbe relegare Croccolo), che pure garantiamo, non può sostituire le prerogative riconosciuteci come ‘rappresentanti dei lavoratori’ dall art. 21 del D.Lgs 162/2007, ovvero di  essere “regolarmente informati dell’indagine e dei relativi progressi e devono, per quanto fattibile, poter presentare i loro pareri e opinioni sull’indagine ed essere autorizzati a esprimere osservazioni sulle informazioni in progetti di relazione”. In attesa degli eventuali esiti dell’incontro – concludono i RLS – intendiamo avviare le procedure legali per un’istanza al giudice per ottenere un provvedimento che induca il ministero al rispetto dei requisiti minimi di trasparenza previsti dalla legge su una materia tanto delicata come quella della sicurezza ferroviaria; senza trasparenza non c’é sicurezza”.

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RESOCONTO INCONTRO DEL 6 OTTOBRE 2018 DELLA DELEGAZIONE RLS AL MIT CON IL CAPO SEGRETERIA DEL MINISTRO TONINELLI, MARZULLI E IL DIRETTORE DI.G.I.FE.MA., CROCCOLO

 

Il Giorno 06/10/2018, si é svolto a Roma presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, un incontro tra una rappresentanza di RLS di varie imprese ferroviarie/RFI e di vari impianti, promosso dalla segreteria del ministro Toninelli, Dott. Marzulli, presente anche il direttore della DIGIFEMA (Direzione Generale per le investigazioni Ferroviarie e Marittime), ing. Croccolo. Ciò a seguito del precedente incontro, segreteria MIT-RLS, tenutasi lo scorso 06/09/2018.

 

La questione é nota, dare seguito alle numerose richieste avanzate dai RLS, di poter partecipare ad altrettante indagini in corso, ai sensi dell’art. 21 del D.Lgs 162/2007, nei seguenti termini:

L’indagine e’ condotta nella massima trasparenza possibile, consentendo a tutte le parti coinvolte di esprimersi e di avere accesso ai risultati. Il gestore dell’infrastruttura e le imprese ferroviarie coinvolti, l’Agenzia, le vittime e i loro parenti, i proprietari di beni danneggiati, i fabbricanti, i servizi di soccorso intervenuti e i rappresentanti del personale e degli utenti sono regolarmente informati dell’indagine e dei relativi progressi e devono, per quanto fattibile, poter presentare i loro pareri e opinioni sull’indagine ed essere autorizzati a esprimere osservazioni sulle informazioni in progetti di relazione (art. 21 del D.Lgs 162/2007).

 

Ma a tali richieste sono seguiti solo dinieghi da parte del direttore della Digifema Ing. Croccolo, il quale nella copiosa corrispondenza pregressa -pur non avendone competenza- si é spinto ad interpretare l’art. 50 D.lgs 81/2008 in modo estremamente restrittivo, non riconoscendo di conseguenza la nostra legittimazione di RLS quali “rappresentanti dei lavoratori”, poiché le indagini riguarderebbero la “sicurezza ferroviaria” e non la “sicurezza sul lavoro”.

Una tesi assolutamente INFONDATA e retrograda, per noi inaccettabile e da respingere con forza, oltre che per la tragica realtà che vede numerosi lavoratori morti e feriti durante il lavoro a causa della circolazione ferroviaria, anche alla luce delle numerose sentenze della corte di cassazione che stabiliscono l’obbligo per i datori di lavoro – nell’esercizio di qualsiasi attività produttiva e imprenditoriale- di rispettare il D.lgs 81/08, al fine di tutelare non solo i propri dipendenti nell’ambiente di lavoro, ma anche i terzi in ogni luogo in cui possano esplicitarsi i rischi dell’attività produttiva.

 

Il confronto è cominciato ovviamente rivendicando il nostro diritto/dovere di RLS, di essere informati sulle indagini in corso, al fine di poter esprimere opportuni pareri, opinioni e osservazioni sui progetti di relazione, prima che quest’ultime vengano pubblicate dalla Digifema.

 

Marzulli é tornato a parlare del periodo 2014-2018, non interessato da nessuna richiesta dei RLS alla Digifema.  I RLS, oltre a ribadire le motivazioni alla base di tale “buco”, avanzate in occasione dell’incontro del 06/09/18, hanno fatto presente che l’entrata in vigore della legge 179/2017 in materia di tutela del dipendente che presenta denunce, è stata fondamentale per continuare ad inoltrare quel tipo di richieste con una certa “tranquillitá”, mettendosi al riparo da eventuali azioni disciplinari.

Successivamente la discussione si è svolta più o meno nei seguenti termini:

 

1) Come RLS abbiamo ribadito la piena applicabilità alla sicurezza ferroviaria delle norme sulla sicurezza sul lavoro, come “certificato” da numerosi pronunciamenti della corte di cassazione, richiamati anche nella sentenza sulla strage di Viareggio, disastro classificato come incidente sul lavoro, la quale ha accertato la violazione delle norme di sicurezza sul lavoro, ergo del d.lgs 81/2008 nell’esercizio dell’attività ferroviaria;

Abbiamo inoltre affermato ancora una volta, l’importanza per i RLS, in quanto direttamente coinvolti nelle attività lavorative oggetto di indagini e pertanto potenzialmente utili ad apportare preziosi suggerimenti, di conoscere -in anticipo sulla pubblicazione finale- le informazioni delle indagini sui singoli incidenti per poter fornire osservazioni basate su dati reali (facendo l’esempio del rilevatore di deragliamento – vedi incidente di Viareggio – e di un’apparecchiatura in grado di rilevare la presenza di ostacoli in prossimitá di uno dei 56-57 passaggi a livelli automatici non protetti presenti sul territorio, al fine di attivare la frenatura di emergenza nei convogli diretti verso il medesimo ostacolo – vedi incidente di Caluso -);

 

2) In relazione alla richiesta di coinvolgimento nelle indagini relative all’incidente di Novara Boschetto, da noi avanzata sia alla Digifema che (recentemente) all’investigatore che si stava occupando del caso, Margheriti, abbiamo precisato di aver anche contattato telefonicamente quest’ultimo, senza ricevere nessun riscontro formale, per poi prendere atto qualche giorno dopo della chiusura delle indagini e del deposito della relazione finale senza il nostro contributo, in totale      

contrasto con l’art. 21 del D.Lgs 162/2007, tanto più in considerazione della totale indipendenza degli investigatori e nonostante il fatto che quell’incidente avrebbe potuto avere conseguenze paragonabili a quelle relative all’incidente di Viareggio;

 

3) Per ottenere comportamenti amministrativi confacenti alla trasparenza tanto tirata in ballo, abbiamo auspicato che la negazione oppostaci da Croccolo, degli atti e delle procedure di trasparenza previsti dalla legge, si risolva bonariamente, volendo evitare la strada giudiziaria.

Abbiamo pacatamente prospettato che nel caso in cui venisse avviata quest’ultima, si creerebbe una paradossale situazione di conflitto tra cittadini-lavoratori, che chiedono trasparenza su temi così delicati come quello della sicurezza

ferroviaria, e il ministero Toninelli – appartenente ad un governo dichiaratamente “DEL CAMBIAMENTO” – chiamato in

tribunale perché nega le prerogative di cittadinanza che con il ministero Lupi erano invece state pacificamente esercitate in quanto previste dalla legge. In ogni caso e con qualsiasi esito, certamente non ne conseguirebbe un giudizio idilliaco sull’operato del ministro;

 

4) Croccolo – divagando dal tema dell’incontro e ripetendo considerazioni a noi ben note e mai messe in discussione- ha tenuto a precisare che la Digifema non ha “potere regolatorio”, non può emettere prescrizioni, non può decretare nulla, è soggetta a vincoli europei, ha una costante attenzione sulla sicurezza, ma può solo emanare “RACCOMANDAZIONI” di sicurezza finalizzate a cercare di migliorare il sistema. Ha precisato inoltre che tra i poteri della Digifema non vi è́ quello di attribuire colpe su ipotetici reati, (specificando che questo compete al “canale giudiziario” parallelo al loro) e che in tal senso viene attuata una prevenzione finalizzata ad evitare che quanto da loro scritto NON possa essere utilizzato per l’individuazione di colpe relative ad eventuali reati;

 

5) Inoltre secondo l’ing. Croccolo, fornire informazioni sulle investigazioni in corso, metterebbe lui e gli investigatori, a rischio “violazione segreto istruttorio”, portando a supporto di tale affermazione, la firma che gli investigatori appongono su uno specifico documento, con cui si impegnano a non divulgare informazioni sulle indagini. A tali considerazioni tanto ovvie quanto strumentali, abbiamo replicato con altre ovvietá, ovvero che non vogliamo affatto mettere in discussione il segreto d’indagine su notizie e dati che gli investigatori non possono comunque divulgare perché coperte da segreto di indagine, ma che abbiamo il diritto -e loro il dovere- di far conoscere tutte quelle non secretate, sempre nel rispetto dell’art. 21 del D.Lgs 162/2007. A supporto di quanto affermato, abbiamo fatto presente che è la stessa legge ad imporre la pubblicazione della relazione finale dell’indagine che contiene dette notizie;

Sulla linea di questo discorso, sottolineando la strumentalitá delle affermazioni di Croccolo, abbiamo altresì̀ fatto l’esempio dell’indagine relativa all’incidente di Novara Boschetto. Nell’occasione l’investigatore, ing. Margheriti, il giorno dopo la nostra mail di richiesta di informazioni del 19 Settembre 2018, aveva ragionevolmente tutta la documentazione pronta per la chiusura delle indagini, sicuramente pubblicabile, tanto che pochi giorni dopo (il 26 Settembre), l’avrebbe effettivamente depositata e resa pubblica.                

Pertanto avrebbe potuto partecipare ai RLS quelle informazioni, anche un solo giorno prima della pubblicazione della relazione finale, senza incorrere in nessuna violazione del segreto istruttorio;

 

6) A questo punto l’ing. Croccolo ha giocato la carta (giá usata in qualche risposta del recente passato) della disponibilità a interloquire con i RLS, anche con una certa frequenza, dando loro un certo ruolo (passivo…) nelle indagini, al fine di ricevere le loro considerazioni. Pur accogliendo l’invito a partecipare le nostre considerazioni/informazioni sugli incidenti soggetti ad indagine, abbiamo ribadito di non avere nessuna intenzione di rinunciare a chiedere il rispetto dell’art. 21 del D.Lgs 162/2007 (ergo essere regolarmente informati sulle indagini…), anche perchè in caso contrario, eventuali nostre considerazioni, rischierebbero di non avere quella esaustivitá a cui mira la trasparenza citata nel medesimo art. 21 del D.Lgs 162/2007;

 

7) Nel corso del confronto, Croccolo ha cambiato le carte in tavola modificando il motivo di opposizione alla nostra partecipazione alle indagini, sostenuto in tutte le comunicazioni ufficiali, introducendo una nuova e risibile argomentazione: ovvero che la direttiva europea 798/2017, ancora non recepita in Italia, cambia i termini di partecipazione dei soggetti, prevista all’art. 21 del D.lgs 162/2007 oggi vigente in Italia (Decreto di recepimento della precedente direttiva europea 2004/49/CE, sulla sicurezza ferroviaria). Ha quindi più volte tirato in ballo la direttiva europea 798/2017, che a suo dire legittima (nel caso specifico) solo le comunicazioni dai RLS alla Digifema e non viceversa, con una predominanza di tale direttiva anche sull’attuale D.Lgs 162/2007;

Abbiamo risposto facendo presente che una direttiva, prima di poter trovare applicazione, deve essere recepita da un decreto legge e dunque nel caso di specie, prima di allora resta valido il D.Lgs 162/2007;

Croccolo ha replicato sostenendo che tale direttiva è dotata di “efficacia diretta”, un’affermazione che ci ha lasciati basiti da un lato in ragione della non pertinenza della stessa, dall’altro in relazione al fatto che tale attribuzione è esclusiva  facoltà del singolo cittadino dinanzi ai tribunali, una posizione che colloca il confronto in un alveo di NETTA contrapposizione con chi rappresenta i lavoratori.

10) Croccolo ha inoltre confermato la sua opinione sui RLS ossia che tali rappresentanti non siano legittimati a partecipare alle indagini nei termini dell’art. 21 del D.Lgs 162/2007, a suo dire sarebbe la stessa direttiva europea 798/2017 a chiarire chi siano i soggetti legittimati in tal senso (in estrema sintesi, SI familiari vittime, No RLS);

Peccato che tutto ciò non sia vero, infatti, la nuova Direttiva (a fianco lo stralcio che ci interessa), conferma la “massima trasparenza possibile” nella conduzione delle indagini e conferma che i “Rappresentanti dei lavoratori hanno il diritto di presentare osservazioni tecniche per migliorare la qualitá della relazione d’indagine”;

11) Sempre sulla legittimazione dei RLS, abbiamo portato come esempio l’incidente di Caluso, in cui perse la vita il nostro collega macchinista, evidenziando che non poteva che trattarsi di “incidente sul lavoro”, non poteva che essere soggetto alle norme del d.lgs 81/08 e dunque che la figura dei RLS non poteva che essere legittimata.   Nonostante le nostre rimostranze, l’ing Croccolo contro ogni argomentazione logica e testuale della legge, é rimasto della sua idea, sottolineando come il D.lgs 81/08 non abbia un “sistema di rappresentanza nazionale”, tanto da considerare ogni RLS rappresentante di se stesso e di una serie di colleghi di “alcune tratte e di alcuni stabilimenti”, deliziandoci infine con la seguente perla di saggezza: “IL RLS NON PUÒ AVERE INCARICHI SINDACALI”…., in sostanza alludendo ad una sorte di confine operativo tra i RLS e i Rappresentanti Sindacali.

Ovviamente abbiamo contestato la fondatezza di tali affermazioni, non esistendo nessun riscontro in tal senso, richiamando l’art. 9 della legge 300/70, in virtù del quale vengono attribuiti ai rappresentanti sindacali la titolaritá di occuparsi di salute e sicurezza sul lavoro, facoltà che oggi hanno con ulteriori prerogative anche i RLS, tanto da permettere ai primi di intervenire su un’inerzia di attivitá su salute e sicurezza dei secondi.

 

Marzulli, quale rappresentante del ministro ha ascoltato con attenzione, provando a trovare una soluzione comune, che viste le premesse e la rigiditá di Croccolo, con toni vagamente aggressivi anche nei confronti dello stesso ministro, appaiono di difficile attuazione anche con un’eventuale intervento di Toninelli (intervento da noi auspicato), per evitare la strada giudiziaria che verrá avviata comunque dai RLS in attesa di eventuali diverse decisioni del ministero.

La delegazione dei RLS

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