Ieri sera il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha imposto la precettazione ai lavoratori di Trenitalia, Trenord, NTV e Trenitalia Tper che avrebbero scioperato per difendere le proprie condizioni di lavoro e di sicurezza.
A nostro avviso un atto vergognoso e prevaricativo, giunto a meno di 24 ore dall’agitazione, che di fatto ha calpestato il diritto di sciopero garantito dalla Costituzione.
È doveroso ricordare, tra l’altro, che solo in Italia esiste una legge, la 146/1990, che regolamenta il diritto di sciopero nel settore dei trasporti, di fatto rendendolo quasi impossibile tra lunghi preavvisi, franchigie estive, natalizie, pasquali, rarefazione oggettiva e tanto altro. Crediamo sia la prima volta che un Ministro interviene laddove neanche l’apposita Commissione di Garanzia (antisciopero) ha potuto farlo.
Salvini ha mostrato il proprio volto: disposto a calpestare i diritti di lavoratori e cittadini, negati da politiche a cui il Nostro ha indubbiamente contribuito, nell’ottica di un immagine di efficienza che ricorda una propaganda da Istituto Luce. La solita becera e continua campagna elettorale contrapposta al dovere istituzionale di ascoltare le ragioni di chi, non oggi ma tutti i giorni, si trova a lavorare con turni massacranti, a +35° o a -10°, durante alluvioni, emergenze nazionali, pandemie, dormendo poco e mangiando ancora meno, spesso in condizioni improbabili.
Il mancato “deo gratias” premier, ha dimostrato di non avere alcun rispetto per democrazia, stato di diritto, e pendolari in primis, che da anni chiedono un dialogo serio e costruttivo sulle problematiche del settore.
Ci chiediamo, nemmeno troppo sommessamente, chi, fra i poteri istituzionali, senta il dovere di prendere le distanze da questo comportamento, nella consapevolezza che in tempi non molto lontani, dalla parte dei diritti, dei cittadini, dei lavoratori, erano in molti, nel votato rispetto per il ruolo ricoperto e non per una mera questione di immagine.
la Redazione di Ancora In Marcia
2023-07-13