LAVORO E SALUTE di Matteo Mariani
Una prestazione lavorativa giornaliera troppo lunga danneggia la salute. L’argomento è affrontato da Mariangela Cutrone nell’articolo “Lavorare più di dieci ore al giorno fa male”, uscito il 25 Giugno 2019 su www.ilgiornale.it.
La giornalista fa riferimento ad uno studio francese pubblicato qualche giorno prima sulla rivista Stroke, in cui si afferma che lavorare più di dieci ore al giorno incrementa il rischio di ictus del 29%. I ricercatori hanno dimostrato che “seguire ritmi di lavoro inappropriati, frenetici e prolungati” può avere conseguenze molto dannose per il fisico, soprattutto se il gravoso carico lavorativo dura per tutta la settimana e per periodi prolungati.
Il troppo lavoro è spesso anche causa di “malattie cardiovascolari, attacchi di panico, insonnia, disturbi dell’umore”.
Chi inoltre pensa che far lavorare tanto i dipendenti giovi all’azienda, si sbaglia di grosso, in quanto “Queste serie patologie rendono poco produttivo il lavoratore che a lungo andare si sente frustrato e stressato.”
Un pensiero va al nostro caso del personale mobile delle ferrovie, con il CCNL Mobilità che prevede prestazioni massime giornaliere di 10 ore, alle quali in molti casi bisogna aggiungere il tempo necessario per tornare nella località di inizio turno quando differisce da quella di fine. Per quanto riguarda il servizio merci sono addirittura previste giornate di lunghezza fino a 11 ore e comunque spesso si arriva a fare 11 ore per effetto dei ritardi dei treni, a causa della norma che obbliga il personale ad prolungare la propria prestazione programmata fino a 3 ore in più ma entro l’undicesima.
Fonte: www.ilgiornale.it