alle Segreterie Generali di
FILT- CGIL
FIT- CISL
UILTRASPORTI
UGL Ferrovieri
FAST Confsal
ORSA Trasporti
Spett. li Segreterie Generali,
in merito alla vostra lettera a Mercitalia Rail del 12 marzo scorso, vi segnaliamo due errori di fondo nell’approccio al problema dell’Uomo Morto.
Non può essere chiamato “vigilante” poiché esso non misura in alcun modo la “vigilanza” del macchinista, condizione peraltro mai definita in termini oggettivi dall’azienda, semmai solo la sua presenza fisica al banco di guida. Per tutti noi le parole sono importanti: il termine tecnicamente corretto è “Uomo Morto” e vi invitiamo per il futuro ad utilizzarlo. “Vigilante” è una imprecisione che può indurre per via semantica ad una ingiusta edulcorazione dell’impatto sul lavoro di migliaia di macchinisti.
La problematica riguarda anche tutti i treni viaggiatori effettuati dalle altre imprese ferroviarie, non soltanto quelli di Mercitalia.
Ciò premesso, vi confermiamo che, come da voi segnalato, i macchinisti di Mercitalia sono da alcuni mesi oggetto di pressioni da parte aziendale, con minacce di sanzioni disciplinari e altro, in caso di mancato posizionamento del selettore vigilante sulle locomotive E 652 in modalità “inserito”.
Fate quindi bene a richiedere che su tutte le locomotive sia consentita l’esclusione del sistema di vigilanza, ma la possibilità di esclusione andrebbe richiesta indipendentemente dalla “messa in uso dei punti di reiterazione poiché anche l’introduzione di tale miglioria, non ha superato le criticità di natura ergonomica indicati nella Direttiva Ministro Trasporti del 20/11/2006, la cosiddetta Direttiva Bianchi, la quale prescriveva, per tutti i “Rotabili in circolazione con sistema di protezione della marcia del treno attiva” la “Installazione di un dispositivo di esclusione che consenta di disattivare la funzione vigilante, sulle macchine già attrezzate con ETCS/SCMT.” tenuto conto“della necessità di individuare proposte tecniche finalizzate a superare le criticità evidenziate dalle ASL”.
E la E652 rientra tra queste in quanto già allora era circolante.
La “Direttiva” è da considerarsi pienamente attuale e vigente poiché l’introduzione dei punti di reiterazione, come indicato dal Gruppo Tecnico Interregionale tematico relativamente al sistema a Uomo Morto con i punti di reiterazione, non ha superato le criticità ergonomiche indicate nella Direttiva, parere espresso in coerenza con quanto accertato dalla ASL di Torino in occasione di ispezione agli elettrotreni ETR 425 “Jazz”, in quanto “tale progetto altro non è che la precedente apparecchiatura VACMA implementata con nuovi punti di reiterazione che non eliminano e non attenuano gli elementi di distrazione, disergonomia, monotonia e ripetitività”
Vi invitiamo quindi ad un deciso intervento contro tali comportamenti aziendali e ad una forte presa di posizione contro l’Uomo Morto, installato su tutta la flotta passeggeri e merci, il quale resta, con o senza punti di reiterazione, un dispositivo obsoleto e antiergonomico, nocivo per la salute, che aggrava il carico di lavoro dei macchinisti e ne aumenta le condizioni di stress.
Come ben sapete, si tratta di un dispositivo che obbliga il macchinista, continuativamente a pigiare il pedale (o altri pulsanti collegati ai comandi di guida, ove presenti) ogni 55 secondi, entro 2,5 secondi da un potente allarme sonoro, altrimenti il treno va in allarme e in frenatura rapida. Queste azioni debbono essere ripetute durante tutto il tempo di lavoro mentre si guida: tutto il giorno, tutti i giorni, per tutta la vita.
È scientificamente accertato, e provato sulla nostra esperienza quotidiana, che nei macchinisti si instaura un riflesso condizionato automatico per quel gesto monotono e ripetitivo che oltre ad annullare la consapevolezza della ‘pedalata’, rendendo il sistema del tutto inutile ai fini della sicurezza, induce il macchinista a pedalare molto più frequentemente dei 55 secondi, le cosiddette ‘pedalate passive’; sia per evitare il disturbo dell’allarme sonoro che per il rischio di far frenare il treno indebitamente. Questa attività, estranea alle esigenze di guida, causa inoltre uno stato di abbassamento dell’attenzione durante la guida, oltre che un inutile aumento dei carichi di lavoro e dello stress.
Riteniamo altresì imbarazzante che un’impresa così prestigiosa, di dimensioni notevoli e dotata delle risorse tecnologiche ed economiche del Gruppo FS, non abbia dato seguito alla ricerca e alla realizzazione di soluzioni innovative – in sintonia con lo sviluppo e i miglioramenti tecnologici introdotti negli ultimi vent’anni, anche in campo ferroviario – quali ad esempio il sistema a telecamere, accantonato senza ragioni valide, per monitorare lo stato di vigilanza del macchinista.
Riteniamo inaccettabile sia sul piano giuridico che su quello etico e sindacale che le imprese ferroviarie, compresa Mercitalia, non abbiano altro da proporre che uno strumento ideato nel 1913 ed introdotto per la prima volta nel 1939, in pieno regime fascista, giusto ritoccato con qualche punto di reiterazione.
Auspicando una vostra adeguata prosecuzione della vertenza, per il superamento di questa anacronistica situazione lavorativa, nei confronti di tutte le imprese ferroviarie, anche viaggiatori, restiamo a disposizione per ogni ulteriore chiarimento che riterrete necessario.
I nostri migliori saluti
La redazione di Ancora In Marcia