Abbiamo appreso da fonti sindacali che all’incontro con AGENS del 29 ottobre 2024 sarebbero state avanzate richieste per modificare l’accordo sui servizi minimi del 1999 da parte della Commissione di Garanzia.
Tali richieste appaiono decisamente irricevibili: si chiederebbe di stabilire delle fasce di garanzia anche nelle giornate festive, di ampliare i periodi di franchigia comprendendo anche tutto il mese di luglio e il periodo natalizio fino alla prima domenica dopo l’Epifania, di considerare tutte le attività lavorative come strumentali alla circolazione ferroviaria, di incrementare gli elenchi dei treni garantiti e di includere tra i garantiti anche alcune tipologie di treni merci (es. trasporto di merci pericolose). Si parla addirittura di riconsiderare le norme sulla ripresa del servizo dopo lo sciopero obbligando il personale a riprendere il lavoro molto prima del termine delle agitazioni.
Si continua a parlare degli scioperi e dei disagi che questi comporterebbero all’utenza, senza spendere una sola parola sulle ragioni per le quali gli scioperi vengono proclamati.
Il personale ferroviario non sciopera per divertimento o per “weekend lungo”: ogni sciopero costa al lavoratore l’intera giornata di retribuzione e stiamo parlando di lavoratori i cui turni si estendono su 7 giorni la settimana, senza distinzioni tra giornate feriali, sabati e domeniche.
Nessuno però si sta interrogando sulle motivazioni alla base delle vertenze in atto: i ferrovieri, a difesa della propria salute, chiedono turni più umani e maggiori riposi per un adeguato recupero psicofisico; maggiore sicurezza e anche un recupero economico su quanto perso a causa dell’inflazione e a causa di una serie di rinnovi contrattuali che non hanno incrementato di un centesimo le “competenze accessorie “, molte delle quali sono inalterate da più di vent’anni.
In particolare, a causa della normativa di lavoro in continuo peggioramento da vent’anni a questa parte, le ricadute del lavoro sul personale dei treni stanno diventando sempre più gravi, come, purtroppo, dimostrano i più di 150 macchinisti morti dal 2015 ad oggi, la maggior parte di loro a causa di tumori o infarti, e i preoccupanti risultati del questionario sul sonno compilato da 1700 lavoratori tra macchinisti, capitreno e TPT viaggianti (i risultati pubblicati sul nostro sito, a questo link).
Abbiamo appreso favorevolmente della risposta negativa delle OOSS alle richieste datoriali, ma restiamo basiti per la “minaccia” paventata da AGENS che la Commissione di Garanzia in caso di mancato accordo intenderebbe emanare delle norme unilaterali.
Non possiamo che condannare questo ennesimo attacco alla Costituzione della nostra Repubblica Antifascista Italiana, della quale il diritto di sciopero, strumento che contribuì notevolmente alla definitiva caduta del nazifascismo, costituisce uno dei capisaldi.
La redazione di Ancora In Marcia